Fino al 28 luglio, con apertura tutti i pomeriggi dal martedì alla domenica dalle ore 14.30 alle 18.30, presso la Rustica di Palazzo Ducale sarà allestita la mostra “Velocità: dai cavalli dei Gonzaga alle navicelle spaziali”, a cura di Mantova Creativa in collaborazione con la Scuderia Tazio Nuvolari Italia e il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova.
Mantova vanta peraltro da sempre una tradizione specifica nell’ambito della velocità: i Gonzaga erano famosi per allevare cavalli da corsa imbattibili per velocità e resistenza, contesi da tutte le corti d’Europa, pagati a cifre da record bruciando la concorrenza delle grandi famiglie del tempo, i Medici, gli Estensi e i Farnese. Nel ciclismo è celebre lo sprinter Francesco Verri, tre ori olimpici ad Atene 1906, oltre al eggendario Learco Guerra. Per non parlare di Tazio Nuvolari, il “mito dei miti” in un’epoca che ha visto l’automobilismo assurgere a emblema di energia vitale sino a ispirare le intuizioni futuristiche di Tommaso Marinetti.
Ideata da Giampaolo Benedini e curata da Adalberto Scemma, la mostra si articola attraverso varie sezioni per raccontare la velocità come mito del nostro tempo. Per secoli lo sviluppo tecnico ha permesso, in ogni campo, di potenziare la rapidità umana. Ma tecnologia non significa solo uso di strumentazioni tecniche; anche il corpo umano ha la sua tecnologia di velocità, dispiegata nello sport, per esempio, dove riflessi e potenza muscolare determinano gran parte dei successi di un atleta. Ecco dunque che la velocità va a incidere sull’immaginazione al punto da essere realmente percepita anche in assenza di movimento. A patto naturalmente che l’artista, lo scienziato, l’ingegnere, il regista, o il creativo ne vogliano mostrare l’essenza e le conseguenze emotive e visive.
Il percorso coinvolge variegati aspetti legati alla velocità intesa come desiderio, bisogno, sensibilità e non soltanto come sviluppo tecnologico o motorio, con l’aiuto di filmati, schede, materiale fotografico e con la presenza di reperti storici. Dalla velocità dell’uomo, con il mito di Usain Bolt e di Eliud Kipchoge in evidenza, a quella degli animali, con le prestazioni-record del giaguaro e del falco pellegrino.
Spazio anche alla storia della bicicletta e quella della moto, con esemplari d’epoca in mostra, la storia dell’automobile e della motonautica fino al dettaglio dei record conseguiti dall’aviazione o dalle imprese dell’uomo nello spazio. Infine gli approfondimenti che riguardano la velocità della comunicazione ottica (vedi il record straordinario della University College London: 1125 terabit al secondo) e la misteriosa attitudine del cervello a organizzare nella sua parte plastica i dati dell’esperienza.
Varie sezioni sono dedicate naturalmente alle vicende sportive con il racconto dei record più eclatanti, compresi quelli riferiti alla velocità dei palloni da calcio e di pallavolo o delle palline da tennis e da golf, queste ultime capaci toccare i 328 km/h! Ampio spazio viene riservato alle imprese storiche degli sportivi mantovani. Così in atletica, dove balzano in copertina Mario Colarossi, Gianni Ronconi, Diego Marani, Fausto Desalu, Simona Parmiggiani, Luigi Rossini, Gianni Truschi e Najibe Salami, o nel ciclismo dove accanto a Francesco Verri e Learco Guerra brillano Gaioni e Tasselli, Bergamaschi e Campana, Roncaglia e Mantovani, Baronchelli e Bosisio, Gialdini e Meneghelli fino a Buttarelli, Moreni, Bianchini e, recentissimo, Edoardo Affini.
La storia dell’automobilismo mantovano non può prescindere dal mito di Tazio Nuvolari ma emoziona il racconto delle imprese pionieristiche di Cesare Pastore e Vincenzo Coffani, di Giuseppe Morandi, di Marino Marini, Paolo Petrobelli e Franco Marenghi sino all’irruzione sulla scena dell’estemporaneo Luigi Malanca. Analoga l’epopea del motociclismo, che ha visto Guido Leoni fare da apripista a Ivan Goi e Lucio Pedercini, o quella della motonautica che ha consegnato l’iride a Carlo Petrobelli e Gino Zavanella.
Accanto all’ideatore Giampaolo Benedini e al curatore Adalberto Scemma ha collaborato alla realizzazione della mostra uno staff di esperti di prim’ordine: Fabrizio Bovi, Alberto Capilupi, Giancarlo Malacarne, Giancarlo Pascal, Giovanni Pasetti, Cesare Ponchiroli, Tiziano Prati, Claudio Rossi e Marco Tonelli. Il progetto di allestimento è stato curato da Matteo Corsini. La mostra è sostenuta da Fondazione Bam, Banca Monte dei Paschi di Siena e Lubiam.