Una storia aspra e emozionante come le terre in cui è ambientata, impreziosita dalla notevolissima interpretazione delle sue protagoniste. Picciridda di Paolo Licata è il film vincitore del Concorso Opera Prima della tredicesima edizione del MantovaFilmFest.
Tratta dall’omonimo romanzo di Catena Fiorello, la pellicola è ambientata a Favignana negli anni ’60 e narra la vicenda di Lucia, che a undici anni si trova costretta a separarsi dai genitori, emigranti in Francia per lavoro, e rimane a vivere con la severa e tenebrosa nonna Maria, che non parla con la sorella e impedisce a Lucia di avere contatti con lei. Nel corso del tempo Lucia scoprirà sulla propria pelle i segreti che nonna Maria le voleva tenere nascosti.
Il film ha convinto la stragrande maggioranza del pubblico del MantovaFilmFest, che lo ha eletto il migliore dei sette in concorso in questa edizione. Sul secondo gradino del podio si è piazzato Nevia di Nunzia De Stefano, altra storia di emancipazione femminile ambientata nella periferia campana dove l’ominima giovane protagonista cerca di realizzare il suo sogno di entrare a far parte di un circo; terzo posto per la commedia “fluviale” Si muore solo da vivi di Alberto Rizzi, che racconta del tentativo da parte di Orlando di ricomporre i cocci della propria vita stravolta dal sisma del 2012, partendo dalla sua vecchia band.
«Abbiamo scommesso sulla qualità media della selezione di quest’anno, e le medie dei voti assegnati dal pubblico ci dicono che la scommessa è stata in larga parte vinta. Ne siamo più che felici, e ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato attivamente per decretare il vincitore. Il regista Paolo Licata, non appena ha saputo della vittoria del suo film si è detto ancor più felice di noi perché un riconoscimento diretto da parte del pubblico è sempre motivo di grande gratificazione per chi sta dietro la macchina da presa. A maggior ragione in quest’anno cinematografico mutilato, poi, siamo molto contenti di aver permesso un incontro tra il pubblico e alcuni film che non avevano ancora avuto il battesimo della sala».
Lo stesso regista ha inviato un video di ringraziamento al pubblico del MantovaFilmFest a nome suo e di tutto il cast, proiettato durante la cerimonia di chiusura, dove ha espresso la sua soddisfazione e la sua gratitudine per il premio, e augurandosi di poter giungere a Mantova il prima possibile per ritirarlo e incontrare dal vivo gli spettatori che lo hanno premiato.
La serata finale è poi proseguita con la presentazione in anteprima del film Il grande passo, alla presenza del regista Antonio Padovan che ha conversato con il pubblico prima e dopo la proiezione.
«Si conclude un’edizione che inevitabilmente rimarrà impressa nella memoria del nostro festival, per motivi che mai ci saremmo immaginati e di cui avremmo fatto volentieri a meno. Ciononostante, l’avere resistito in un periodo in cui le garanzie di riuscita erano poche e i timori inevitabili, ci dà grande soddisfazione e un pizzico di orgoglio. Grazie alla comprensione e alla collaborazione del nostro pubblico, il MantovaFilmFest ha dimostrato che organizzare una manifestazione in tutta sicurezza non solo è possibile ma è anche un dovere, per la salute di tutti e per il rispetto verso chi questa pandemia l’ha subita davvero. Con pochi semplici accorgimenti, e con la dovuta attenzione a ciascuno di questi, il nostro pubblico ha potuto godersi ogni spettacolo in serenità. Chiaramente i numeri complessivi sono stati penalizzati dalla riduzione delle capienze delle sale, ma siamo felici che la risposta degli spettatori sia stata comunque importante.
Congratulazioni al vincitore Paolo Licata, che aspettiamo a Mantova per ritirare il Lauro di Virgilio non appena sarà possibile, grazie ad Antonio Padovan e alla produttrice Elisabetta Olmi per averci dato la possibilità di presentare in anteprima Il grande passo. Grazie al sostegno del Comune di Mantova, che non è mancato neppure in quest’anno così complicato.
Infine e soprattutto grazie alle volontarie e ai volontari del MantovaFilmFest, che hanno dato dimostrazione di professionalità, cordialità e comprensione. Senza la loro disponibilità, la manifestazione non potrebbe esistere».