Prima approvazione da parte della Provincia di Mantova del “Piano regionale di Potenziamento dei Centri per l’Impiego” e degli “Indirizzi per la valutazione di coerenza degli interventi” varato da Regione Lombardia, che ha proposto per il territorio mantovano, una serie di interventi che spaziano dall’assunzione di nuovo personale al potenziamento dei sistemi informativi, da una più efficace interoperabilità delle reti a un miglioramento delle sedi.
La quota di finanziamento che arriverà alla Provincia di Mantova è di circa 5.923.958 euro di cui 339.000 per l’acquisizione di ulteriore personale temporaneo aggiuntivo alle nuove assunzioni previste a tempo indeterminato. Al momento Regione Lombardia trasferirà all’ente di Palazzo di Bagno esclusivamente 129.963,27 quale spesa già sostenuta tra il 2019 e il 2020.
Gli obiettivi che si è posta la Regione con la riorganizzazione dei CPI sono:
– potenziare il capitale umano dei servizi pubblici per l’impiego
– Implementare un sistema di pianificazione, monitoraggio, controllo e valutazione delle risorse e dei risultati
– potenziare i sistemi informativi, l’interoperabilità e le infrastrutture
Sulla base di questo, ha individuato specifiche linee di intervento che riguardano sia gli aspetti organizzativi che quelli infrastrutturali della rete lombarda dei Centri per l’impiego, in base alle quali le Province e la Città metropolitana programmeranno le relative iniziative.
Attualmente in provincia di Mantova sono operativi cinque Centri per l’Impiego e un ufficio per il collocamento mirato che impiegano 28 unità di personale: per dare qualche indicatore dell’attività, nel 2019 sono state rilasciate 7369 dichiarazioni di immediata disponibilità e sottoscritti 2539 patti di servizio. Nell’ambito dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), i Centri per l’Impiego svolgono un ruolo sempre più centrale nell’erogazione dei servizi, tra cui ad es. i colloqui specialistici (1408) e il tutoraggio/accompagnamento al lavoro (1424).
Tuttavia tale flusso non esaurisce il carico di lavoro, in quanto gli operatori dei CPI sono impegnati su un numero più ampio di funzioni amministrative (tra cui ricordiamo l’avviamento presso le pubbliche amministrazioni nei casi previsti dall’art.16 della legge 56/1997, le attività connesse all’evasione delle richieste di accesso agli atti, la gestione dei procedimenti amministrativi relativi al collocamento mirato di cui alla legge 68/1999) con un ulteriore aggravio di lavoro a fronte di un numero sempre più esiguo di risorse.