Una nuova terapia per la profilassi della cefalea con gli anticorpi monoclonali viene utilizzata al Centro cefalee del Carlo Poma, nell’ambito della struttura di Neurologia diretta da Alfonso Ciccone. Se i triptani sono stati rivoluzionari nel trattamento dell’attacco emicranico negli anni ’90 del ‘900, gli anticorpi monoclonali, il cosiddetto ‘vaccino’, sono la rivoluzione della profilassi dell’emicrania negli anni ‘20 del nuovo millennio.
Questi anticorpi legano il CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina) o il recettore per il CGRP, molecola che sembra avere un ruolo chiave nello sviluppo dell’attacco emicranico: essa infatti viene espressa a livello dei neuroni sensoriali (nelle fibre C amieliniche e nelle fibre A-δ) favorendo i meccanismi di trasmissione del dolore. Gli anticorpi monoclonali mirano a ridurre frequenza, intensità e durata degli attacchi emicranici nel corso del tempo, non sono farmaci per la cura degli attacchi in forma acuta. Per tale motivo la loro somministrazione è mensile e la dose si inietta sottocute (ad esempio nella coscia) tramite una siringa preriempita di facile utilizzo, che consente anche al paziente di autoiniettarsi il farmaco.
Il punto di forza di questi farmaci risiede nella loro efficacia associata alla rapidità di azione e ad elevati livelli di sicurezza e tollerabilità. L’erogabilità del farmaco tramite il Sistema Sanitario Nazionale è subordinata ad una serie di norme restrittive e criteri di selezione, imposti dall’Agenzia Italiana del Farmaco, che il medico prescrittore deve rispettare rigorosamente in sede ambulatoriale durante il processo decisionale terapeutico: in particolare gli anticorpi monoclonali verranno prescritti solo a pazienti che abbiano presentato negli ultimi 3 mesi almeno 8 giorni di emicrania disabilitante al mese (definita come punteggio al questionario MIDAS≥11), che abbiano già tentato almeno tre classi di farmaci per la profilassi dell’emicrania, che non presentino controindicazioni quali ipertensione non controllata, angina instabile o infarto miocardico, TIA o ictus, eventi tromboembolici, recente bypass aorto-coronarico o altra procedura di rivascolarizzazione.
I neurologi di Mantova vedono circa 600 casi di cefalea ogni anno. A causa del loro numero questi casi vengono valutati nell’ambulatorio del Centro Cefalee, ma anche in ambulatori di neurologia non specificamente dedicati a questa patologia. Del centro cefalee fanno parte, oltre al direttore della Neurologia Alfonso Ciccone, i colleghi medici Sara Musho Ilbeh, Anna Magherini, Carlo Stucchi e la psicologa Erika Talassi. Ci sono infatti situazioni particolarmente resistenti ai trattamenti farmacologici, in cui affiancare alla terapia medica il supporto psicologico può aiutare il soggetto a dare un significato anche emotivo alla cefalea e alla sua esistenza, che spesso va ben oltre il disturbo fisico.
Da diversi anni la struttura offre la possibilità di trattamento dell’emicrania cronica terapie di prevenzione quali tossina botulinica e di terapia disintossicante per la cefalea cronica da abuso di farmaci. Solo da un anno, invece, esiste la possibilità di utilizzare degli anticorpi monoclonali.
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