Con “Venere. Natura, ombra e bellezza”, a cura di Claudia Cieri, si apre la terza e ultima tappa del progetto espositivo “Venere divina. Armonia sulla terra” prodotto da Fondazione Palazzo Te.

Una mostra che durerà fino al 12 dicembre 2021, che si avvale di importanti prestiti internazionali dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, alle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Si tratta di un’occasione unica per esplorare i diversi volti della dea che hanno popolato l’arte europea e italiana del Cinquecento, mostrandone le luci e le ombre, il fulgore e il furore, e ripercorrendo immaginari e rappresentazioni capaci di esercitare il loro fascino fino ai giorni nostri.

Da Lucas Cranach a Peter Paul Rubens, dalle monete romane ai Libri d’ore, da Dosso Dossi a Guercino, da Paris Bordon al Veronese, l’esposizione “Venere. Natura, ombra e bellezza” restituisce la mutevolezza dell’immagine della dea lungo un arco temporale che va dal II secolo a. C. al Seicento.

Venere è una figura prismatica: nasce dalle acque come Venere celeste, presiede alla rigenerazione della natura come Venere primavera; sposa di Vulcano, è amante di Marte e innamorata di Adone, ma soprattutto madre del pericoloso Cupido e con lui testimone di amori infelici; tutte molteplici valenze che è possibile ripercorrere nelle sale di Palazzo Te.

Il progetto espositivo, articolato in nove sezioni, si apre con esempi di statuaria antica, che rappresentano una Venere celeste e intangibile simbolo della perfetta bellezza e dell’amore virtuoso, insieme a un prezioso esemplare del De Rerum Natura di Lucrezio appartenuto a Papa Sisto IV.

Il percorso prosegue con altri importanti manoscritti miniati in cui la dea è protagonista di favole e miti sulla natura in cui si materializzano i suoi poteri e le sue vicende. Il dipinto “Venere e Mercurio presentano a Giove Eros e Anteros” del Veronese (Gallerie degli Uffizi, Firenze) ritrae una Venere che presiede alla generazione e ai piaceri amorosi, un buon auspicio nuziale. La Venus genetrix, presente anche in due delle monete antiche esposte in mostra, sovrintende l’armonia con la natura, aspetto cruciale nella progettazione delle ville del Rinascimento.

Con “Venere. Natura, ombra e bellezza”, Fondazione Palazzo Te ribadisce un approccio culturale basato sulla cura della relazione con il patrimonio storico come atto di cultura contemporanea: metodologia che ha preso forma già nel 2019 con “Tiziano/Gerhard Richter. Il cielo sulla terra” e in seguito con “Giulio Romano. Arte e Desiderio (2020)”, di cui il programma “Venere Divina. Armonia sulla terra”, è l’ultimo capitolo.

 

(Nella foto l’opera “Venere, Cupido e Marte” del Guercino. Foto Vannini”




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