Le collezioni d’arte di Mantova degli ultimi due secoli troveranno una sede espositiva stabile all’interno del Casino delle Guardie Nobili di Palazzo Ducale. Lo prevede l’accordo di collaborazione siglato tra il Comune di Mantova e il museo gonzaghesco, che consentirà una gestione e valorizzazione congiunta.

Il Casino delle Guardie Nobili è il corpo di fabbrica affacciato sul lato ovest di piazza Castello, con ingresso dal voltone D’Annunzio. Il piano terra ospiterà “Accademia degli artisti”, il futuro programma di artist in residence di Palazzo Ducale. La nuova “Galleria di Arte Moderna della città di Mantova”, questo il nome ipotizzato per il nuovo spazio espositivo, troverà sede al piano superiore, la cui ristrutturazione è affidata ai finanziamenti “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (PNRR). Qui sarà ricavato un ampio spazio per le collezioni civiche e statali dell’Ottocento e del Novecento. Il Casino delle Guardie Nobili sarà quindi restituito alla città come nuovo spazio per l’arte con funzioni espositive, laboratoriali e di servizi al pubblico, favorendo la fruizione e la vivibilità della grande piazza antistante.

Il direttore di Palazzo Ducale Stefano l’Occaso:

Il Sindaco di Mantova Mattia Palazzi:

 

L’accordo consente inoltre di avviare una serie di studi e lavori di valorizzazione sulle collezioni come la redazione di una campagna fotografica e di catalogazione, coinvolgendo eventualmente anche gli istituti scolastici o universitari, nelle modalità di alternanza scuola-lavoro o di tirocini formativi. Infatti, occorrerà far interagire le collezioni comunali e statali per restituire la dovuta attenzione agli artisti che hanno fatto la storia della città negli ultimi due secoli. Si partirà dell’Ottocento neoclassico, poi purista e romantico di Giuseppe Razzetti e Giulio Cesare Arrivabene, passando per quegli artisti, come Giacomo Albè, che s’impegnarono anche nella nascita del sistema museale cittadino, per arrivare alla soglia delle avanguardie, con Romolo Romani, Ulisse Archimede Bresciani, Vindizio Nodari Pesenti, Mario Lomini, e poi avanti lungo il “secolo breve” (e sorvolando su altri nomi importanti) con Alessandro Dal Prato, Antonio Carbonati, Clinio Lorenzetti, fino a Stefano Arienti e ai nostri contemporanei.

 

(Interviste di Luciano Purgato)




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