È un anno complicato per il miele nel territorio di Mantova. Colpa del meteo, spiega Coldiretti Mantova. La siccità e le alte temperature che hanno ridotto il periodo di fioritura hanno tagliato la produzione, con una contrazione in media del 20-25% rispetto alla media degli ultimi cinque anni, ma con punte che sono arrivate anche al -60%. La mancanza di acqua e le fioriture anticipate e “accelerate” per le ondate di calore hanno costretto in alcuni casi gli apicoltori a intervenire con alimentazioni di soccorso negli alveari.
Uno scenario in linea con l’andamento nazionale, che ad oggi ha registrato un calo produttivo medio del 40%, con la prospettiva di fermare la produzione di miele Made in Italy intorno ai 13 milioni di chili, fra le più basse del decennio.
“Il tiglio ha sofferto notevolmente il caldo – spiega Sara Cauzzi, apicoltrice di Volta Mantovana – e la produzione di miele ha subito un taglio di circa il 60%, prevalentemente per l’assenza di precipitazioni e le temperature elevate”.
Le api, in caso di alte temperature, non abbandonano l’alveare e “ventilano”, muovono cioè le ali senza sosta, per cercare di muovere aria ed abbassare la temperatura.
Stefano Trivini, produttore dell’Alto mantovano che con la scelta alcuni anni fa di spostare gli alveari sulle Isole del Po nei pressi di Ostiglia ha conquistato un Osar Green regionale, lamenta quest’anno l’assenza di melata, ultimo prodotto della stagione. “La chiusura dell’anno apistico è alla fine di novembre – afferma – ma una prima stima mi porta a individuare un calo delle produzioni intorno al 40%, mentre i costi di produzione, con i rincari del carburante che per chi fa nomadismo sono da tenere in considerazione, hanno subito un’accelerazione non indifferente”.
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