Sono 225 i posti letto messi a disposizione da ASST fino a oggi per accogliere i pazienti colpiti da Coronavirus. Uno sforzo organizzativo senza precedenti che ridisegna la fisionomia dei reparti, al fine di gestire quotidianamente al meglio l’epidemia.
Anche sul fronte della strumentazione e degli arredi aggiuntivi l’impegno dell’azienda è notevole: una cifra significativa è stata spesa per monitor, ventilatori, pompe a siringa, videolaringoscopi per intubazione e altro materiale. Si segnala, in particolare, l’acquisto di portatili digitali che acquisiscono radiografie al torace in grado di accelerare la diagnosi.
Si parla di 1 milione e 167mila euro nell’arco di due settimane: acquisti per 610mila euro in apparecchiature, 72mila in arredi e attrezzature, 240mila per ulteriori dotazioni provenienti dall’agenzia regionale ARIA e dalla Protezione civile; donazioni per 245mila euro.
Un aiuto consistente arriva appunto da aziende, privati e associazioni che si stanno prodigando con fondi e trasferimento di beni mobili. La maratona di solidarietà della comunità mantovana è costante, un abbraccio che commuove il personale dedicato senza sosta all’assistenza.
Procede, parallelamente, un’accurata operazione di riutilizzo indispensabile per affrontare l’emergenza. Dalle sale operatorie sono state recuperate lampade germicide per la disinfezione delle superfici nelle stanze Covid, che hanno accolto pazienti infetti. L’esigenza di razionalizzare i dispositivi di protezione individuale, spinge per altro i tecnici di ASST ad adottare misure alternative di sterilizzazione. Fino ad oggi, la spesa sostenuta per l’acquisto di questi dispositivi ammonta a circa 208mila euro.
Da giovedì 12 marzo è attiva al Carlo Poma la UST-Unità di sorveglianza territoriale, che si occupa delle indagini sui contatti di persone positive al test. Composta da personale dell’ASST di Mantova, in accordo con Ats della Val Padana, la nuova centrale operativa ha già preso in carico oltre 100 casi.