Gi assessori Pavesi e Caprini, rispettivamente alla pubblica istruzione e al welfare del Comune di Mantova hanno scritto alla Regione Lombardia, per avere tutte le norme chiare, per i criteri e i requisiti da seguire per poter iniziare già il 15 giugno. Molte infatti, le domande ancora senza risposta. I criteri e requisiti di accreditamento sono validi anche per questa estate, con le limitazioni e i parametri imposti dall’emergenza sanitaria? Oppure vanno attivati come sperimentazioni? “Abbiamo sollecitato ripetutamente ATS e attendiamo una convocazione urgente perché sono poi i Piani di Zona ad avere competenza per l’autorizzazione al funzionamento dei CRED, che sono normati come “Unità di offerta sociale” –Ha detto l’Assessore Andrea Caprini “. Servono indicazioni operative regionali, per dare una risposta omogenea sul territorio ed evitare che ciascun comune faccia a modo suo”.
Sulla base delle indicazioni ricevute fino ad ora, i gestori dovranno elaborare e concordare con i Comuni un progetto, un programma giornaliero e settimanale delle attività, formare gli operatori, individuare spazi idonei, indicare le procedure di accoglienza e di sorveglianza, definire i protocolli di igiene e sanificazione. “Ma il 15 giugno è dietro l’angolo” afferma l’Assessore Marianna Pavesi “e nel clima di incertezza normativa, se non si risolvono in fretta questi aspetti non saremo pronti per partire in tempo. E non possiamo permettercelo, non possiamo pensare di abbandonare le famiglie a se stesse, ora che le attività lavorative hanno ripreso a pieno ritmo occorre rispondere anche alle esigenze di conciliazione delle famiglie e al diritto al gioco e alla socialità dei nostri bambini. È una priorità poter dare risposte ai bisogni delle famiglie e alle esigenze di stare con i coetanei per i bambini e le bambine”.
Molte dunque le cose da fare e i tempi sono strettissimi. Anche perché per partire con l’offerta il 15 giugno, occorre definire le proposte nel dettaglio al più presto per poter aprire le iscrizioni e definire esattamente le necessità delle famiglie, già testate con un sondaggio. Per questo, nel frattempo il Comune di Mantova ha già avviato un dialogo con i tradizionali gestori dei centri estivi, cooperative sociali, istituti, centri sportivi, ecc. Per dare una dimensione di questo fenomeno, ogni anno vengono attivati per il periodo estivo CRED per la fascia 3-6 anni per 6 settimane con una capienza media di 200 bambini a settimana.
Non è facile innanzitutto trovare gli spazi: con i numeri consentiti, che prevedono gruppi con un rapporto di 5 bambini per educatore che non entrino in contatto tra di loro, “occorrerà – dice Pavesi – individuare molti più spazi ove svolgere le attività, perché siano garantite idonee condizioni di sicurezza e prevenzione del contagio, ma gli spazi devono essere a norma per la sicurezza, ci devono essere servizi igienici adeguati, bene prevedere le attività all’aperto ma in caso di maltempo ci deve essere una soluzione al coperto, la sanificazione dei bagni e degli ambienti dovrà essere continua”.
Anche il tema dei costi è di importanza primaria. “Abbiamo avviato il confronto e la coprogettazione anche con le realtà della cooperazione sociale che da anni sul territorio gestiscono in affidamento dai comuni attività socio-educative” spiega l’Assessore Caprini “Va ragionato se e come si possono convertire risorse dei bilanci comunali destinate a quei servizi oggi sospesi, attinenti al mondo dell’infanzia e adolescenza, se si possono utilizzare senza dover rifare gare e appalti, per re-investirle sui CRED”.
Secondo un primo calcolo del comune di Mantova, i costi sono destinati a triplicare solo per la spesa del personale: se prima il rapporto era 1 educatore ogni 20 bambini (15 per la fascia dell’infanzia 3-6 anni), ora i parametri ministeriali impongono piccolissimi gruppi senza possibilità di mescolarli, con 1 operatore ogni 7-10 bambini/ragazzi (1 ogni 5 per i bimbi 3-6 anni). Poi ci sono altre spese fondamentali: l’igienizzazione dei bagni, la sanificazione quotidiana di tutti gli ambienti e dei giochi utilizzati, i dispositivi di protezione (mascherine, gel disinfettante) per tutti gli operatori e i bambini.
Anche in questo caso servono certezze da parte della Regione, per capire come ovviare alla copertura di questi costi, se cono il bonus baby sitter o oltre, come ha sottolineato l’Assessore Pavesi “non possiamo certo pensare di far gravare sulle famiglie i costi in più ”.
Anche i tradizionali GREST parrocchiali sono in difficoltà, e ancora non sanno se e come riusciranno a organizzarsi. Gli assessori Caprini e Sortino hanno incontrato nei giorni scorsi i referenti della Pastorale Giovanile per raccordarsi e condividere obiettivi e soluzioni. Ma anche gli oratori attendono indicazioni dalle diocesi e da Regione Lombardia, difficile immaginare i grandi gruppi di bambini e giovani animatori che riempivano le parrocchie di città durante il mese di giugno come siamo stati abituati.